I casi di salmonellosi e listeriosi legati al consumo di pesce crudo sono, infatti, pericolosamente in crescita, con conseguenze che spaziano dai problemi gastrointestinali all’epatite A.
Prima di tutto, attenzione alla qualità della materia prima: è sempre consigliabile rivolgersi ad un fornitore di fiducia (parliamo, in questo caso, del consumo casalingo) e comunque verificare la modalità di conservazione del prodotto. La legge prevede l’obbligo di congelamento a temperature non superiori a -20°C e per 24 ore del pesce prima di poter essere distribuito e messo in vendita, per prevenire il rischio di trasmissione di parassiti come l’Anisakis.
In generale, tutte le variazioni di temperatura incidono negativamente sulla freschezza, per questo occorre prestare la massima attenzione affinché il pesce non subisca shock termici nei diversi passaggi.
Anche nel frigorifero di casa, il pesce deve essere accuratamente protetto, per scongiurare l’ossidazione del prodotto. Inoltre, nella preparazione è bene evitare di lavorarlo eccessivamente, per non alterarne l’equilibrio.
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