martedì 7 luglio 2015

Sushi e sashimi: tra verità e credenze!

Sushi e Sashimi sono pietanze tipicamente orientali diffusissime ormai nelle abitudini alimentari degli italiani: oltre ad essere gustosi e leggeri, rappresentano una sana e validissima alternativa per gustare il pesce.
I ristoranti giapponesi che li propongono abbondano ormai sia nelle grandi metropoli che nelle piccole cittadine e gli estimatori nostrani di sushi e sashimi sono molti, tant’è che viene presentato in molteplici occasioni: dall’antipasto alla cena, passando per l’aperitivo.

Ma qual è l’origine di questo piatto
Contrariamente a quanto si pensa sushi e sashimi nascono in Cina e non in Giappone. Anche i meno esperti sapranno che, attorno a sushi e sashimi, ruotano il Wasabi, lo zenzero e la salsa di soia

Il Wasabi a cui siamo abituati noi occidentali è molto diverso da quello orientale, chiamato Hon Wasabi. Se il wasabi nostrano viene prodotto dalla radice di rafano a cui si aggiunge un po’ di colorante verde, l’originale si ottiene dalla lavorazione della Vasaia Japonica, una piantina rara e difficilissima da coltivare e, di conseguenza, molto costosa.

A sushi e sashimi viene tradizionalmente associata la salsa di soia. Tradizionalmente veniva ricavata da tre ingredienti semplicissimi ovvero semi di soia, acqua e sale, lasciati fermentare per mesi con particolari muffe. Attualmente, i ritmi di produzione sono talmente frenetici da aver modificato completamente il ciclo produttivo della salsa di soia: oggi è prodotta in pochi giorni con soia idrolizzata.

A chiudere il cerchio c’è poi lo zenzero, o gari in Giapponese. Lo zenzero non è amatissimo dagli italiani per il suo gusto particolare e deciso e le sue funzioni sono ancora poco chiare nel mondo occidentale. Nel mondo orientale lo zenzero viene utilizzato per pulire la bocca e prepararla a gustare una diversa tipologia di pesce.

Gli estimatori di sushi e sashimi consigliano, inoltre, di gustare il pesce partendo dal più delicato, fino ad arrivare a quello dal gusto più deciso.

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